LE NUOVE REGOLE AGCOM: stop ai super costi per il cambio operatore

Il costo base di recesso o cambio operatore sarà al massimo pari a quello del canone mensile.
niente più super balzelli extra per chi lascia prima della scadenza del contratto (di solito 24 mesi).

Finalmente niente più cifre esorbitanti da pagare!!

recessi operatore telefonico
recedere dal contratto di telefonia

Ci sono queste tra le novità che arrivano con le nuove regole (“linee guida”) pubblicate oggi da Agcom.

In generale si applica per la prima volta quanto previsto dal disegno di legge Concorrenza dell’anno scorso, ossia il principio che gli operatori non sono più liberi di scaricare sugli utenti tutti i costi subiti a causa della disdetta Ma solo quelli proporzionati al valore residuo del contratto.

La prima novità riguarda in particolare la telefonia fissa, Agcom afferma che il costo base di recesso non può essere superiore al canone, attualmente con importo pari a 20-30 euro in media.

Oggi gli operatori telefonici applicano questo costo con un prezzo che oscilla tra i 40 e 60 euro in media, quindi possiamo considerare questa novità come il primo sconto ci si sarà!

Inoltre, Agicom inserisce della ulteriori novità per chi disdice prima dei 24 mesi.

Il cliente potrà usufruire di un taglio importante sulla quota che dovrà versare all’operatore telefonico per la disdetta anticipata.

Finora gli operatori si facevano restituire tutti gli sconti goduti dal cliente relativi al contratto che avevano stipulato. Facciamo un esempio per capire meglio:

Se un’offerta ha un costo ufficiale di 40 euro ma il canone che paga il cliente è di 20 euro per 24 mesi, supponendo che disdica prima di questo periodo vi applicato un super costo di uscita pari a tutti gli sconti goduti (20 euro per ogni mese pagato di contratto).

Il che è contrario al buon senso e anche alla legge, perché si penalizza di più chi sta da più tempo, per cui disdire a pochi mesi dalla scadenza ha comportato un super costo agli utenti.

Adesso invece gli operatori sono costretti a ridurre il costo di uscita proporzionalmente in base ai mesi restanti di contratto.

contemporaneamente, entra in vigore l’obbligo a continuare a rateizzare, anche dopo l’uscita dell’utente, i costi di prodotti o servizi che spalmano nel canone (modem, cellulare, attivazione, intervento iniziale del tecnico…).

Prima invece alcuni facevano pagare all’utente d’un colpo solo le rate residue (eccetto nei casi in cui la disdetta avveniva per cambio unilaterale del contratto e solo – per questo caso – grazie a un intervento regolatorio precedente da parte di Agcom).

infatti, le rate di prodotti e servizi inclusi non possono comunque andare oltre i 24 mesi.

In generale, infine, Agcom richiama a una maggiore trasparenza sui costi di disdetta, ancora troppo spesso poco chiari nelle offerte.

recesso telefonico
recesso prima dei 24 mesi

Devono quindi dire bene all’utente:

  • le spese imputate dall’operatore a fronte dei costi realmente sostenuti per provvedere alle operazioni di dismissione e trasferimento della linea;

  • le spese relative alla restituzione degli sconti;

  • le spese relative al pagamento in una o più soluzioni delle rate relative alla compravendita di beni e servizi offerti congiuntamente al servizio principale.

Adesso rimaniamo in attesa di come eventualmente gli operatori adegueranno le offerte a queste nuove regole.

 

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